Io ti seguivo in ogni movimento
per accertarmi che tu fossi a posto
sapendo bene come in te, nascosto,
bruciasse il cuore di un vulcano spento.
Tra noi ero sempre quello più composto,
in ogni istante misurato, attento;
tu l’ubriaco, il re di cuori, il vento
che non accetta ciò che viene imposto
e si fa gioco dei regolamenti
perché non cura cosa pensa il mondo.
Amavo te per questi atteggiamenti
che mi insegnavano che forse, in fondo,
non serve a niente essere intelligenti
se non sai vivere più a tutto tondo.
sabato 29 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento