Uscimmo nel mattino di quel giorno
ed io ero brillo e tu ubriaco perso
che vomitavi sotto a un cielo terso
senza un pensiero a chi ci stava intorno.
Ero al tuo fianco a reggerti la fronte
mentre pregavi al dio degli alcolisti
come le star del cinema o gli artisti.
Tu vaneggiavi, e intanto all’orizzonte
cercavo un taxi con la mano tesa.
L’aria era fredda e secca, noi leggeri;
rabbrividimmo entrambi in quell’attesa.
Dieci anni fa, ma sembra quasi ieri:
quell'emozione è ancora lì, sospesa,
perché io c’ero e, soprattutto, c’eri.
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Legends era il nome del mio pub/disco preferito di Auckland. Questo sonetto celebra una serata curiosa e indimenticabile con Russell, iniziata bevendo una bottiglia del nostro vino preferito a testa (per me - in onore della nazione che mi ospitava - fu un Cloudy Bay), proseguita con un pasto frugale in un McDonald e terminata con un giro di locali, tra barman amici che versavano cocktail gratuiti e perfetti sconosciuti con i quali si stabiliva un invincibile senso di comunità e fratellanza.
domenica 30 novembre 2008
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