Nell’incertezza, alcolica e serena,
su ciò che sia accaduto in quella sera
(perché la mia memoria è menzognera
dopo una notte di ubriachezza piena)
non proverò a ingannarvi su chi c’era
dentro al mio letto dopo quella cena
di cui, confesso, ricordo a malapena
le circostanze e il luogo o la maniera;
dirò piuttosto dell’attimo infinito
in cui dal sonno riemergo alla coscienza
per avvertire qualcosa indefinito
che poi si incarna nella tua presenza;
e mi sorprendo felice e intorpidito
a chiedermi se è vero o fantascienza.
giovedì 4 dicembre 2008
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