venerdì 12 dicembre 2008

Leadership

Qui nun se n’esce: occorre decisione.
Er bianco ha da esse bianco, er nero nero.
Ma la sinistra è tutta un “forse”, “spero”,
de centomila idee e gran confusione.

Saremo democratici, è anche vero,
ma qua bisogna dà una direzione
che ispiri compattezza alle persone
o il rischio è de contà meno de zero.

D’Alema più Veltroni più Rutelli.
Chi tira da una parte, chi resiste,
se famo noi le lotte coi cortelli

e intanto Berlusconi spigne e insiste
perché nun c’ha bisogno de cervelli
ma premia i più obbedienti nelle liste.

giovedì 11 dicembre 2008

La questione morale

Bisogna rifondà un’opposizione
su basi più concrete e meno vaghe.
Dovemo sbarazzasse delle piaghe
ma non con la carota: cor bastone!

I Villari, i Rutelli, la Binetti
se facciano un partito tutto loro.
Mejo partì da zero, con decoro,
e mette fin da subbito i paletti

che stare in equilibrio fra gli opposti
e fare poi la conta alle poltrone
co’ tutti in gara pe’ “li mejo posti”.

Vojo un partito e non un minestrone;
dovemo ripulisse a tutti i costi:
prima i valori, e doppo le persone.

martedì 9 dicembre 2008

NonDante

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura”

Ciò nonostante, per quanto fosse dura,
l’eretta via non venne più smarrita.

a goccia a goccia
la vodka in una roccia
e quando sarai alticcio
ti piaccia o non ti piaccia
conoscerai la feccia
e ci farai bisboccia
ma questo non ti cruccia.

Lost & Found

Io non conosco altro amore
che camminare al tuo fianco

Ombra che acquista sostanza
in tua presenza ed ha peso
finché non sono diviso
da te.

Mi perdo in ogni momento
e non riesco a decidere
che cosa voglio davvero

perché non voglio più niente
tranne che esserti accanto.

giovedì 4 dicembre 2008

Villari: raggiunto er fonno, se scava.

De Villari che dì? Cosa ne penso?.
Lo guardo e me vergogno. So’ schifato.
E penso a cos’è er senso dello Stato:
ma qui nun c’è lo Stato. E nun c’è senso.

Intervistato ieri dichiarava:
“Trovate un altro nome e me dimetto.”
“Er nome ce l’abbiamo.” – “Allora aspetto,
perché nun mollo un posto che pagava.”

“Ma scusi, era lei stesso che ha promesso.”
“Comunque me rimagno ciò che ho detto.”
“Perché, cos’è cambiato?” – “Nun so’ fesso.

Me so’ venduto e quindi nun permetto
che vada tutto in fumo proprio adesso
che me so’ smascherato come abbietto.”

Ancora sulla Carfagna

Diciamo pane ar pane e vino ar vino:
Guzzanti padre nun è mica matto
se s’avvelena ancora pe’ quer fatto,
tra verità e leggenda, der pompino.

Pe’ fa’ il ministro ce vo’ uno adatto
e cita er caso de Italo Bocchino
che è vicecapogruppo e ha ner destino
quello che serve pe’ fa’ ‘n artro scatto.

Ma la Carfagna, raggiunta ce dichiara:
“Io sono bella ma nun sono sciocca,
a fare la ministra, una se impara.”

E il cavaliere je pende dalla bocca,
tutto contento, co’ n’idea ben chiara:
‘Pari Opportunità’, a qualunque gnocca.

Nullum crimen sine poene

Nell’incertezza, alcolica e serena,
su ciò che sia accaduto in quella sera
(perché la mia memoria è menzognera
dopo una notte di ubriachezza piena)

non proverò a ingannarvi su chi c’era
dentro al mio letto dopo quella cena
di cui, confesso, ricordo a malapena
le circostanze e il luogo o la maniera;

dirò piuttosto dell’attimo infinito
in cui dal sonno riemergo alla coscienza
per avvertire qualcosa indefinito

che poi si incarna nella tua presenza;
e mi sorprendo felice e intorpidito
a chiedermi se è vero o fantascienza.

lunedì 1 dicembre 2008

Vaticano: cosa intendiamo noi per 'depenalizzare'

“Finché ce sta quarche paese santo
che mette i froci in gabbia o sulla forca
nessuno se rizzela più de tanto
si qua in Italia je la famo sporca.

Ma si ner mondo leveno er reato
quelli vedrai che mangeno la fojia
e chiederanno pure in questo Stato
er matrimonio vero, Dio nun vojia!

Teneteli in galera, date retta,
è per amore a Cristo che vi invito.
Semmai propenderei per una stretta:

‘tajio der pene ar frocio pervertito’.
Signori miei dell’ONU, che disdetta:
peccato che er Nazzismo sia finito.”


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dal Corriere della Sera 1/12/2008

Mons. Migliore, osservatore della Santa Sede presso le Nazioni Unite
Vaticano: «No alla depenalizzazione
dell'omosessualità da parte dell'Onu»

Bocciato il progetto avanzato dalla Francia a nome della Ue: «Si creeranno nuove e implacabili discriminazioni»

CITTA' DEL VATICANO - L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, boccia il progetto di dichiarazione che la Francia intende presentare a nome dell’Unione europea all’Onu per la depenalizzazione universale dell’omosessualità. «Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale», afferma il vescovo in un’intervista all’agenzia stampa francese "I.Media". «Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un`altra». «Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi - afferma mons. Migliore - si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come "matrimonio" verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».

Quarto potere (un quarto del potere)

Anticamente era “Rassegna Stampa”;
adesso invece “Stampa Rassegnata”.
Come una macchina teleguidata
che viaggia sempre sulla stessa rampa.

Per ogni cosa arriva un’imbeccata:
e, d’artra parte, chi de questo campa
nun fa er leone e tiene giù la zampa.
Mai quarche inchiesta che nun sia approvata,

mai una domanda fatta cor vetriolo,
mai un giornalista che risponda a tono;
solo notizie tipo: “Nonno solo

trova l’affetto der nipote buono”
o “Sulle tracce dei pinguini al Polo”
o “I nuovi single: ecco come sono”

domenica 30 novembre 2008

Out of "Legends"

Uscimmo nel mattino di quel giorno
ed io ero brillo e tu ubriaco perso
che vomitavi sotto a un cielo terso
senza un pensiero a chi ci stava intorno.

Ero al tuo fianco a reggerti la fronte
mentre pregavi al dio degli alcolisti
come le star del cinema o gli artisti.
Tu vaneggiavi, e intanto all’orizzonte

cercavo un taxi con la mano tesa.
L’aria era fredda e secca, noi leggeri;
rabbrividimmo entrambi in quell’attesa.

Dieci anni fa, ma sembra quasi ieri:
quell'emozione è ancora lì, sospesa,
perché io c’ero e, soprattutto, c’eri.

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Legends era il nome del mio pub/disco preferito di Auckland. Questo sonetto celebra una serata curiosa e indimenticabile con Russell, iniziata bevendo una bottiglia del nostro vino preferito a testa (per me - in onore della nazione che mi ospitava - fu un Cloudy Bay), proseguita con un pasto frugale in un McDonald e terminata con un giro di locali, tra barman amici che versavano cocktail gratuiti e perfetti sconosciuti con i quali si stabiliva un invincibile senso di comunità e fratellanza.

sabato 29 novembre 2008

Fuori dal cerchio si vede benissimo

Io ti seguivo in ogni movimento
per accertarmi che tu fossi a posto
sapendo bene come in te, nascosto,
bruciasse il cuore di un vulcano spento.

Tra noi ero sempre quello più composto,
in ogni istante misurato, attento;
tu l’ubriaco, il re di cuori, il vento
che non accetta ciò che viene imposto

e si fa gioco dei regolamenti
perché non cura cosa pensa il mondo.
Amavo te per questi atteggiamenti

che mi insegnavano che forse, in fondo,
non serve a niente essere intelligenti
se non sai vivere più a tutto tondo.

venerdì 28 novembre 2008

Diabolicum

Come una febbre leggera
per un’estate irrisolta
di vaporosa canicola

e penso a te come sempre
anche se quello che leggo
non ne offre certo ragione

qualunque libro sia bello
e in quella o in altre pagine.

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- Ingiustissimo Amor, perché sì raro
corrispondenti fai nostri desiri? -
“Orlando Furioso”, Ludovico Ariosto

Non un sonetto

Dovrei parlare di te. Non ci riesco.
C’e qualche cosa che ancora lo impedisce,
forse magari l’attrito del distacco
o un senso cupo d’inespiata colpa

Amo le frasi ambigue, in cui i percorsi
seguono attenti le geometrie del cuore
come quel sangue che scorre nelle arterie
ma quando torna è carico di scorie.

Dovrei parlare perciò delle memorie,
e riannodare la trama degli eventi
narrando al mondo, ma perché so che ascolti,

fatti e pensieri, senza che siano chiari.
Ed aspettare la verità e il messaggio
che arriva al cuore portando i suoi veleni.

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Questa poesia richiama la struttura del sonetto (con le due quartine seguite dai due gruppi di tre versi) ma non rispetta alcuno schema nelle rime, e anzi è scritta usando un metro anomalo, il dodecasillabo, che ho scelto per dare più aria e meno uniformità alla scansione ritmica.

Funziona così

Si er Cavaliere dice: “er gallo raglia”
er giorno dopo se farà una legge
in cui se dice che chiunque legge
deve sapè che è l’asino che sbaglia.

E poi il TG verrà che lo corregge:
“Asino stolto, mangi troppa paglia!”
E qui Gasparri appare e se ritaglia,
lui che è un somaro, un angolo a sorregge

le tesi ar capo. E a noi ce tocca crede
che c’ha raggione sempre Berlusconi.
Lo scrive Feltri e lo conferma Fede,

e ce faranno tante trasmissioni
finché anche er gallo ce rinuncia e cede
e raglierà seguendo le istruzioni.

Il vero nome di Dio

Mi chiederai il Tuo nome e attenderemo
sull’orlo di un abisso oscuro e nero
mentre rifletto su me stesso e temo
di non sapere chi Tu sia davvero.

Mi guarderai paziente e senza fretta
quasi che il tempo fosse un’illusione
e resterai così, come chi aspetta
prima di prendere una decisione;

ed io ci penso mentre mi rimordo:
nella mia vita non ci sei mai stato.
Forse ero cieco, abbacinato, sordo

ma nella lista di quelli che ho amato
sinceramente non mi Ti ricordo.
“Erano molti”. Ed io sarò salvato.

La creazzione der mondo

La Notte e er Giorno furono divise,
e l’Universo se riempì de stelle.
Poi Dio pensò, ce rifletté e decise
che nun bastaveno sortanto quelle

e fece er Sole e j'affiancò un pianeta.
Qui separò le acque e i continenti,
e modellò, come se fosse creta,
tutta la gamma degli esseri viventi:

uccelli, pesci, insetti e pure er resto.
Ma non fu soddisfatto. Je mancava
ancora quarcosina, e fece presto:

sputò nella fanghiglia e colla bava
formò l’omo e la donna cor pretesto
che ce voleva pure chi regnava

sulla creazzione, pe’ adorà er Creatore.
Semo la sputacchiera dell’Amore.

L'insegnamento dei giganti

Disse quer gran maestro der Manzoni
che nun esiste lama né cortello
che possa fa’ du’ parti, o questo o quello,
pe’ separare i torti e le raggioni,

pe’ cui sinceramente nun è bello
che damo a intende’ che noi semo bboni
e invece l’artri so’ senza eccezzioni
lupi e briganti intorno ar santo agnello.

Quarcuno onesto ce sarà, fra loro,
è che a trovallo se fa’ gran fatica.
“Vile, esecranda bramosia dell’oro”

scrisse Virgilio, e nun sbajava mica.
Chi sia a sarvasse nun lo so e lo ignoro:
li vedo tutti co’ ‘na fame antica.

giovedì 27 novembre 2008

Fantozzi semo noi

Er Commissario sì, è straordinario!
Pe’ mette’ l’Alitalia in mano a CAI
s’è fatto quattro conti e come sai
c’ha presentato un piccolo onorario:

so’ quindici milioni. Hai letto giusto,
e questo è pure un prezzo de favore.
Tanto ce costa n’amministratore
ma i ladri so’ i piloti. Che buon gusto,

che splendido ritratto der Paese.
Prontissimi a parlà de sacrifici
in nome e per il bene dell’imprese

e intanto gozzovigliano fra amici
alla facciaccia nostra e a nostre spese.
E qua stamo all’inizio: ottimi auspici.

da Repubblica del 27/11/2009

E, nell'attesa della start-up della nuova compagnia, scoppia una polemica sul compenso chiesto da Fantozzi per il ruolo di commissario straordinario di Alitalia. Secondo indiscrezioni arrivate in Parlamento, si tratterebbe di circa 15 milioni. Il Partito Democratico e l'Italia dei Valori hanno chiesto oggi in Aula alla Camera che il governo riferisca subito in materia. Interrogazione analoga è stata presentata dalla leader del Movimento per l'Italia Daniela Santanché.

martedì 25 novembre 2008

Doppo le nozze de Cana

‘Na sera a cena co’ Gesù e Tommaso
l’apostolo je chiese: “Mio Signore,
nun è che metto in dubbio er tuo valore,
ma mica si potrebbe, putacaso,
mutà quest’acqua in vino, per favore?”
Gesù riempì un bicchiere bello raso
pregò e je lo rimise insotto ar naso:
“Sentiamo che ne pensi der sapore.”
Tommaso assaggiò e disse: “Sa de fogna.”
“Ma guarda ‘sto grandissimo impunito!
Er vino che creai della Borgogna
nun è durato un giorno e già è finito.
Ma te lo dico chiaro che bisogna
che ce mettemo un freno a 'st’appetito!
Si adesso t’ho creato er Tavernello,
bevi e ringrazia Dio che ce sta quello!”

San Francesco

Quanno Francesco fu chiamato ar Cielo
se presentò a San Pietro tutto ignudo,
ma quer gran vecchio lo riprese crudo:
“Che impudicizia, non hai manco un velo

che te ricopra innanzi ar tuo Signore?”
Francesco muto aveva il capo chino.
“Nemmeno parli? Sai che er tuo destino
dipende in parte anche dar mio favore?”

Francesco nudo, vergognoso e stanco,
stava umilmente, senza far rumore,
ma poi sorrise a quer gran vecchio bianco.

E allora Pietro se scoprì in errore:
“Nun hai più nulla perché a chi ti è a fianco
j’hai dato tutto in carità ed amore.”

Berlusconi e il trattato di Kyoto

“Semo italiani e nun ce frega gnente
si l’aria è ‘na monnezza o dell’ozono.
Co’ tutti li problemi che ce sono
ve pare er caso de parlà d’ambiente?

‘Sto scherzo costa troppo e in ogni caso
l’Italia nun c’ha er becco d’un quattrino.
Si l’aria puzza è corpa der destino
e vorrà dì che se turamo er naso.

Voi date retta ar presidente vostro
che tiene tutto sotto ar suo controllo
e ha in mano i piani, lucidi d’inchiostro,

per scongiurare er rischio d’un tracollo:
pregate tutti con un ‘Padre Nostro’
così la merda nun va in su der collo.”

Scegline uno a caso, ma poi insisti

“Ce servirebbe proprio un ber nemico
perché artrimenti nun la vedo allegra…
se la pijamo colla razza negra
o cogli zingari, che fa più fico?

Niente de mejo ch’appiccà ‘na fiamma
pe’ poi vantasse che tu c’hai ‘n idrante.
Damoje addosso ar povero immigrante
ché è corpa sua se stamo in questo dramma.”

Così funziona, cari amici miei,
er meccanismo pe’ fregà la gente.
E so’ sicuro e ce scommetterei

che me direte: “Nun è vero gnente!
Forse i tedeschi uccisero gli ebbrei,
ma l’italiano è troppo intelliggente.”

Dei nostri cari


Oggi mia madre è stata al cimitero
e mi spiegava quanto la conforti
recarsi lì a parlare con i morti,
l’ultimo dono di un amore vero.

Fare quel viaggio e poi sedere in pace
quasi ai confini con il Paradiso.
Chiudere gli occhi e ricordare un viso,
aprire l’anima a chi adesso tace.

La vita è breve e scorrerà veloce
fino alla fine della nostra storia.
Per questo mamma accetta la sua croce,

e sta in silenzio e onora la memoria
di chi per ora non ha più una voce
ma che l’attende in Dio e nella sua Gloria

L'appuntamento

Me disse la Virtù: “Come te butta?”
Me girai mejio pe’ guardalla ‘n vorto
ma ve confesso che era proprio brutta.
Je feci: “Bene, ma m’annoio molto”

Lei prese d’acido e rispose asciutta:
“Me piange er core a udì quello che ascolto.
La vita è breve e va vissuta tutta!
Chi spreca er tempo è un pazzo ed uno stolto.”

“Lo so. Ma l’Ozio co su’ fijo er Vizio
passò pe’ primo e me lasciò un messaggio:
che vive mejo chi nun va de fretta.

Si sarò vecchio e finirò all’ospizio
fateve viva che sarò più saggio
e me figuro che ve darò retta.”

La pace fra i diavoli

Er Padreterno un giorno finarmente
chiamò er Maligno pe’ fa’ colazione
e insieme a lui quell’artro gran fetente
chiamato er “Diavolo Televisione”

“Dovete fa la pace, finarmente.
Trovate insieme quarche soluzione.”
Sirvio sbottava: “Se Lei mi consente….”
e l’altro invece: “Ma nun fa’ er buffone!”

e litigaveno incessantemente
finché Dio Padre arzò le sue manone:
“Adesso basta! Nun me frega gnente

ve dico io qual è la conclusione:
giù nell’Inferno regnerà er Serpente
ma sull’Italia regnerà er Biscione.”

Inappartenenza

Papà era buono fino nel profondo.
Credo incapace di lasciarsi andare
e un po’ spaesato dentro questo mondo
lui che viveva senza mai parlare.

Mamma era forte, intelligente, schietta.
Tutto il suo amore era nelle sue azioni;
persona pratica, dura, diretta
per niente incline a baci ed effusioni.

E io ero il figlio a cui non manca niente,
che vive ai margini e si chiama fuori.
Di sé non parla. È molto intelligente

ma troppo chiuso. Sembra che vi ignori.
O forse chiede solo e unicamente
che vi addentriate nei suoi territori.

Le profezie di Bondi e Cicchitto

“Nessun governo ha mai prodotto tanto
in solo pochi mesi di lavoro.
Sono sparite dai TG d’incanto
tristezza e povertà: l’età dell’oro!!.

E nun è che l’inizio, d’altro canto
c’è molto da cambià pe’ colpa loro.
Riformeremo tutto, è il nostro vanto:
riporteremo dignità e decoro.

Er grande Sirvio guiderà le masse.
compatte e unite con un solo voto:
e in poco tempo abbasserà le tasse,

così il Paese gli sarà devoto.”
Si questi so’ i presaggi, e giù a grattasse:
l’unico rischio è consumà lo scroto.

Zero Kelvin

“Dimme tesoro mio, che vvoi da mamma?
Te tiro giù li mostri de lo spazio
o er laserrobot con l’accendifiamma?
Solo nun piagne più, nun fa’ lo strazio

che già tu’ padre me stà a dà er tormento
per cui fa’ er bravo e nun me fa’ er puzzone
sti’ du’ minuti che me siedo e sento
cos’è successo qui in televisione:

Madonna mia! Faustina è andata in sfida!
E tra i famosi se so’ presi a botte!
Grande Fratello è tutto insurti e grida,

e anche le Stelle danzeno stanotte,
tra i pacchi sembra che ce sia re Mida!
Bombardeno l’Iran?? Chi se ne fotte!”

Il Sacramento della Confessione

Disse Gesù (si nun ricordo male):
“Nun giudicà, migliorate e sii buono”
Ma er primo prete disse: “E mica vale!
Solo la Chiesa te po’ dà er perdono”

E sulla scorta de ‘sto suo teorema
se mise a fa’ ‘n elenco de peccati
p’avelli tutti chiari e senza tema
che nun sia mai ne fossero scordati.

E più scriveva, più prenneva gusto.
“Ma guarda quanto sesso in ‘sto quaderno
che schifo, che miseria, nun è giusto!

So’ più de trenta paggine all’interno,
ce devo pensà io, ma mò v’aggiusto…
Ve faccio finì tutti ar foco eterno!”

I politici cattolici

E gli elefanti rosa, e er bue che vola;
so’ molti gli animali fantasiosi.
Ma l’invenzione massima è una sola:
politici cristiani e religgiosi

Tutti che fanno a gara pe’ schierasse
dar lato de la fede e tradizione
perché ce stà l’idea che tra le masse
s’ottengono più voti a condizione

de proclamasse “servi della fede”.
Ma date retta a me che ve consiglio:
più parleno de Dio, de Santa Sede,

più invocheno la Croce, er Padre, er Figlio
più so’ bastardi e ladri. Me puoi crede’:
l’unica devozione è a padre piglio!!

Il problema e la risposta

Profondità di analisi – (il problema)

So’ stati i communisti, è un loro male,
se doppo 50 anni de governo
Democristiano o Forza Italia è uguale
se ritrovamo ancora in questo inferno.

C’hanno un potere ‘sti bastardi dentro
che tutto er bene de’ sta maggioranza
che a Dio piacenno è solo destra e centro
nun se po’ esprime, e ce rimane in panza.

E intanto er mondo ce sta a ride’ dietro
pe’ colpa, sia ben chiaro, de Vertroni
che è tanto brutto e c’ha ‘no sguardo tetro;

e i maggistrati poi? Scassacojoni!
So’ tutti pappa e ciccia co’ Di Pietro.
Speriamo che ce sarva Berlusconi!!

Come si perde un elettore - (la risposta)

“Gentile amico mio, sento il dovere
di precisare alcune affermazioni
forse inesatte e non del tutto vere
del Suo discorso sulle condizioni

in cui, a Suo dire, ci troviamo adesso
e di cui, credo, non sia soddisfatto.
Per cominciare, ho letto sull’Espresso
che il Manifesto quando fu redatto

(in altri tempi, pieni di dolore)
e il Capitale – che Lei ben conosce –“…
e bla bla bla, e bla bla bla per ore

Ragionamenti contro tette e cosce.
Qui molti libri e lì un televisore.
Lui “ce l’ha duro” e tu hai le palle mosce.

Nun ve inventate gnente

Er buon servaggio? No, l’omo è animale
che nun ha freni nella sua natura
e si per caso je conviene er male
nun reggono né leggi, né curtura.

La Religgione? Manco quella vale
anche se forse ce fa più paura
per la certezza sola e universale
che prima o poi sarà morte sicura

e Dio, se figuramo, è un Tribbunale
la cui sentenza è certa e duratura.
Ma i religgiosi so’ cattivi uguale.

L’omo è imperfetto e fraggile creatura.
Scusate tanto si sarò banale,
ma senza amore nun se trova cura.

Er quarunquismo

La devo da finì de daje addosso
ché più ne parlo male e più c’ha voti;
er fatto è che ce provo ma nun posso
perché nun viene giorno che nun noti

quarcosa che me desti indignazione.
Famo a capisse, anche le alternative
tutto se ponno dì, meno che buone,
ma perlomeno quarcosa sopravvive

degli ideali miei. Mejo de gnente.
La cana verità, tocca esse’ onesti,
è che nun trovi più fra tanta gente

quarcuno che je importi e che se presti
a fa’ ‘na riflessione intelliggente
che nun s’affossi in: “Gli artri? Come questi!”

Cursus honorum

Mettiamo pure che tu fossi onesto
e che davero voi sarvà er Paese…
ma la Brambilla, la Carfagna e il resto
me devi fa capì dove le hai prese.

Buon Sirvio mio, te faccio ‘na preghiera
tu poi scopà co’ chi te fa piacere
è un tuo diritto, da matina a sera,
ma se i ministri fanno ‘sto mestiere

poi le mignotte nun se stanno quiete.
Arzeno i prezzi, vonno il Parlamento:
“nun ne so gnente ma ho le carze a rete!”

Buon Sirvio mio, me stanno a fa spavento!
Me tocca dije: “Aho, che ve credete??
Sirvio ne scopa una, mica cento!”

Matteo e il Giudice di tutta la Terra

Quando verrà il momento sarai pronto
la testa alta, il cuore di un leone,
l’eroe di una leggenda o di un racconto,
per me che ti conosco, il mio campione.

Penso davvero e dico onestamente
che di noi tutti eri il più coraggioso,
pieno di gioia, forse un po’ incosciente,
ma intelligente, buono, generoso.

Quando verrà il momento, e intendo il mio,
so che sarai da qualche parte in cielo
a perorare la mia causa a Dio.

E già che avvertirai che c’è del gelo
ricordaGli, se vuoi, che ero tuo zio
e allora sarò salvo per un pelo.

Uomo avvisato

Confesso e ammetto: provo un certo gusto
nel non rispondere che al desiderio
e qualche volta abbandonare il giusto
per dimostrarmi molto meno serio.

Ed è evidente che c’è un lato oscuro
dentro me stesso, in qualche mia tendenza,
da cui guardarsi se mai nel futuro
volessi fare la mia conoscenza.

Sono un furfante, un ladro, un disonesto,
che stringerà d’assedio il tuo castello,
per conquistarlo insieme a tutto il resto.

Per cui, ti avverto, guarda ciò che è bello
ma pensa sempre unicamente a questo:
che dopo il bacio ci sarà il coltello.

Coito interrotto

Ce dice e ce conferma er Padre Santo
che er pene deve entrà nella vaggina
senza la protezione d’arcun guanto;
così dice er Vangelo e la Dottrina.

Dio vuole e chiede proprio espressamente
(e si l’afferma er Papa è fatto certo)
che quanno infili, infili senza gnente.
Nun ce so’ discussioni: è lui l’esperto.

Tocca sapé che li contraccettivi
so’ er vero unico male della terra;
so’ loro che ce fanno esse’ cattivi,

mica la povertà, mica la guerra.
Perciò si voi scopà, prima che arrivi
te devi ritirà. Papa nun erra!

La trattativa

“Dici che rubbo? E chiamame in giudizzio
così vedemo chi ha raggione o torto.
Tanto er processo pure che ha un inizzio
mica finisce. Però stattene accorto

perché come te vedo t’arivorto
te faccio fa’ la fine dell’ospizzio.
Sei un’ombra che respira, sei già morto,
magari me rovino, ma lo sfizio

de ditte faccia a faccia che sei un cesso
e poi da dimostrallo, me lo levo.
E tu vienimi a dì chi c’ha rimesso.

Qui nun se rubba più: se fa’ un prelievo.
Mo’ si lo voi capì, vienimi appresso
sinnò so cazzi tua.” - “Quanto le devo?”

Ozymandias

Le gambe molli, il mio cuore in affanno,
l'attesa incerta, il respiro spezzato.
Restituiscimi quanto ti ho dato,
il bene al bene. Non farmi altro danno.

Ma tu riconteggi ogni giorno passato
lo spezzi in minuti, lo sommi in un anno
fai calcoli attenti, non cerchi l'inganno
ma tieni un registro preciso e accurato.

E mentre attendo il giudizio finale,
che tu ricomponga un sofferto totale,
non posso sperare che un colpo di panno

cancelli le colpe che certo ci stanno.
Ammetto senz'altro di avere sbagliato,
fai quello che credi. Comunque ti ho amato.